La morte è come un parto

La morte è come un travaglio.
Un doloroso ed estenuante parto.
Le membra si contraggono, le fitte si susseguono.
Il cuore accelera i battiti e il fiato si fa corto.
Anche lo spazio e il tempo si contraggono come a voler partecipare allo sforzo immane.
Tutto si sgretola senza alcuna via d'uscita, senza possibilità d'appello. 
La speranza ormai smarrita conduce lentamente verso l'ignoto,
verso un non luogo e un non tempo assolutamente sconosciuti.
Tutto prelude al nichilismo e alla dissoluzione.
La ragione si arrende impotente,
eppure la materia continua a fremere indifferente.
Gli atomi danzano nei corpi vivi e in quelli inanimati con le stesse leggi
e assistono ignari alle continue nascite e morti nell'universo.
Le ultime molecole di ossigeno alimentano le cellule affamate ma stanche,
Il cuore vorrebbe resistere, ma non ce la fa più.
I minuscoli ingranaggi del corpo si fermano e giunge il buio.
Nel silenzio si odono solo gli atomi che continuano a danzare.
Un pianto rompe il silenzio e una nuova vita viene alla luce.
Una luce accecante inonda l’anima che era immersa nel buio più completo.
La vita scorre, ha cambiato forma e sostanza, ma scorre ancora.
La gioia è l'ossigeno della nuova materia.
L'anima finalmente apre le sue palpebre e non ha più paura.
La pace scioglie ogni resistenza e la vita ricomincia a danzare per il suo Creatore.
Roma, 13 giugno 2018.

                                        Giovanni De Bari

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